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Repressione delle Baby gang e incoerenza del governo italiano

Introduzione: Le bande di bambini, note come “baby gang” o “paranze”, rappresentano un problema significativo in Italia, dove sono coinvolte in crimini come rapine, spaccio di droga e aggressioni violente. Questi gruppi hanno spesso legami con la camorra, un’organizzazione mafiosa con sede a Napoli, e sono conosciuti come “accademia di camorra”. Bambini di appena dodici o tredici anni possono essere reclutati in questi gruppi e sottoposti a test, incluso essere invitati a uccidere. Le potenziali conseguenze sono l'accettazione nel clan o la morte. Molti di questi bambini provengono da famiglie povere e potrebbero dedicarsi ad attività criminali per sopravvivere o cercare un senso di appartenenza. Queste bande di bambini utilizzano spesso i social media per reclutare nuovi membri e mantenere il potere e il controllo.
Quando si tratta di un bambino che cresce fino a diventare membro di un clan camorristico, l’uso dei social media può essere un fattore significativo. Queste bande di bambini utilizzano spesso i social media per comunicare tra loro e reclutare nuovi membri. La camorra utilizza i social media come un ulteriore strumento nel proprio arsenale per garantire il mantenimento del potere e del controllo sul proprio dominio. Ed ecco che arriva il Decreto anti Baby gang in Italia: stop all'utilizzo del cellulare e carcere per i genitori che non mandano i figli alla scuola dell'obbligo. La stretta sulla criminalità giovanile arriva sul tavolo del consiglio dei ministri che si appresta a varare un decreto legge sulla scia dei fatti di Palermo e Caivano. Saranno misure stringenti che rivedranno in alcuni casi articoli del codice penale offrendo anche maggior tutela alle vittime dei reati telematici.

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